CRISI DELLA COSCIENZA EUROPEA (1680-1720 c.) E DIBATTITO IN OCCIDENTE SULL'ISLAM - RELATORE: GIAN CARLO CORADA
La relazione si articolerà in tre parti:
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La prima tratteggia velocemente le interpretazioni dell’Islam date dalla cultura occidentale dal VII al XVII secolo.
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E’ la indispensabile premessa alla seconda parte, più approfondita, “cuore” dell’esposizione, che affronta il cambiamento intervenuto nell’interpretazione occidentale di Maometto e dell’Islam nel periodo 1680-1730 circa.
In questo periodo infatti – che il relatore definisce con l’efficace espressione usata da Paul Hazard “crisi della coscienza europea” – si fanno largo, a partire dal lavoro degli eruditi, dalle relazioni di viaggio, dalle polemiche fra cattolici e protestanti, da nuovi studi e traduzioni, differenti interpretazioni dell’Islam.
Due prevalentemente: un filoislamismo antireligioso, ed un antislamismo politico.
Si indagherà come queste teorie si evincano dalle opere di Boulainviller, Montesquieu, Diderot, Voltaire, ed altri.
Si tratta di un dibattito di grande attualità. A volte, in autori contemporanei, si trovano pari pari, tesi e persino espressioni di questo o quell’autore settecentesco.
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La terza ed ultima parte, necessariamente più breve, affronta “a volo d’uccello”, la storia delle interpretazioni occidentali dell’Islamismo nell’ ‘800 e nel ‘900.
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Si conclude con un riferimento all’attualità.
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Concetto di “Oriente” invenzione della cultura occidentale
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Nel VII secolo d.C. un mondo nuovo ed ostile appare sulla costa meridionale del “mare nostrum”. L’Islam come pericolo.
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Come interpretare l’Islam? Risposta cristiana nel MedioEvo: Maometto anticristo; Islam antitesi del Cristianesimo; soprattutto Islam come eresia senza valore e dignità. Rispetto però per Avicenna ed Averroè, per scienza e filosofia. (eccezioni: Andalusia esempio di convivenza fra cristiani, ebrei e mussulmani.
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Per la maggioranza in Occidente – a partire dai secc. IX e X – Islam è eresia, Maometto è ignorante, demoniaco, sanguinario, bestiale, epilettico…Così fino alla caduta di Costantinopoli (1453).
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Fase umanistico-rinascimentale: saldatura dell’Immagine dell’Islam come eresia, con spirito di conciliazione ed irenismo. Rinascimento e Platonismo. Niccolò Cusano, Enea Silvio Piccolomini (PioII): lettera a Maometto.Guillaume Postel: non demonizza; timidi elogi a Maometto come legislatore saggio ed autorità morale.
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2° metà del 1600: decisivo il lavoro degli eruditi; soprattutto Bartolomeo D’Herbelot (1625-1695) autore della “Bibliothèque Orientale”(raccolta di tutto ciò che l’Occidente sapeva sull’Oriente) e Lodovico Marracci, traduttore in latino del Corano nel 1698.
Le relazioni di viaggio: Francois Bernier, Jean Baptiste Tavernier…
La polemica reciproca fra cattolici e protestanti: per demolire gli uni gli altri, sostenevano che persino i mussulmani erano migliori. Reeland, Pierre Bayle che esalta la maggior tolleranza dell’Islam.
-La sconfitta dei Turchi alle porte di Vienna nel 1683 (ad opera di Giovanni Sobieski) pone fine al pericolo dell’invasione e della paura. Ci sono allora (1685/1715-20) le condizioni per rivedere completamente il giudizio. Protagonista non un arabista, erudito di professione, ma…Boulainviller (che fa propria anche la lezione dei Maurini ecc.)
“Crisi della coscienza europea”: dalla stasi al movimento; viaggi; utopie; crisi del modo di fare storia.
-Non c’è illuminista che non abbia affrontato l’argomento.
- Henri DeBoulainviller : muore nel 1732 in …odore di maomettano. Scrisse fra 1719 e il 1721 una “Vie de Mahomed” (pubblicata a Londra 1730 e ad Amsterdam nel 1731): “Dilettante” che fonda una nuova visione dell’Islam con un modo nuovo di concepire la storia: come conquista, dominio della forza; Gallo-Romani e Franchi (il re come primis inter pares – forte il senso della nobiltà). Precisione ed analisi dei testi, inquadrati nel contesto storico.
Contenuto
della “Vita di Maometto”: - Elogio dei beduini e della loro solitudine(simili agli uomini delle origini); fieri ed indipendenti, senza organizzazione statuale e religiosa, se non provvisoria. – Critica ai mussulmani dopo Maometto. La religione islamica, uscita pura dalle mani di Maometto, è stata corrotta dagli Imam. Critica ad ogni fanatismo religioso e al clero. - Buolainviller esamina l’Islam dal punto di vista della religione: pura razionalità, niente miracoli, trinità, peccato orginale; un solo Dio buono e giusto; premio o punizione dopo la morte; Maometto, come Abramo e Gesù profeti e non figli di Dio. Saggio rispetto degli usi dal punto di vista morale: abluzioni, divieto di mangiare certa carne ecc. per ragioni climatiche. Boulainviller giustifica anche (cosa rarissima) la poligamia: gli uomini tendono naturalmente al piacere, nessun contrasto fra principi della natura e leggi di Dio.
Deismo: Buolainviller non parla di Gesù e qua e là vi sono affermazioni di fedeltà al Cristianesimo ed alla Provvidenza, ma la conseguenza di tutto il ragionamento è ovvia…
Parzialità: Boulainviller toglie all’Islam il forte afflato mistico, la prescrizione del totale abbandono a Dio, l’assoluto volontarismo divino; così dimentica il carattere di Legge al contempo religiosa e civile del Corano: proprio lui che sosteneva a spada tratta la distinzione fra sfera civile e sfera religiosa! Filoislamismo antireligioso.
Montesquieu guarda all’Islam più dal punto di vista politico.
Il giudizio è negativo: rapporto stretto fra religione islamica e dispotismo.
Il Cristianesimo invece favorisce la libertà ed esalta il senso di responsabilità individuale; l’Islam è fatalista:obbedienza cieca al volere di Dio e di chi lo rappresenta.
“Che il governo moderato si adatta meglio alla religione cristiana e quello dispotico alla maomettana (cap. III del libro XXIV – Esprit des lois).
Diderot critica a volte con toni antichi (Maometto non sapeva né leggere né scrivere ecc.) l’Islam. Ma perché è una religione “positiva”, portatrice di superstizione, bellicosa anche se per certi aspetti più tollerante del Cristianesimo. Montesquieu e Diderot rappresentano l’antislamismo politico.
Tra i philosophes è più diffuso il filoislamismo antireligioso.
Voltaire:
- Tragedia “Le fanatisme ou Mahomet le prophete” : Maometto è un impostore, fanatico, senza principi. In realtà la polemica è contro l’intolleranza ed il fanatismo dei preti (dedicata a Benedetto XIV che l’accetta senza accorgersi).
- “Saggio sui costumi”: Islam più ragionevole del Cristianesimo, più tollerante. Maometto “sublime ed ardito ciarlatano” (Dictionaire philosophique voce Alcoran).
Sesso vecchia ossessione occidentale. Voltaire difende Maometto “perché non rendere grazie a Dio a letto come a tavola”? (Dictionaire philosophique voce Alcoran).
Rousseau apprezza l’Islam perché dà coesione a quelle società politiche.
Ancor più Condorcet. E tanti altri: F.H. Turpin, C. Savary…)
C. Pastoret
-Maometto entra in una nuova triade (rispetto alla vecchia, con Mosè e Gesù): Zoroastro e Confucio (1786). Zoroastro viene considerato superiore come legislatore, Confucio come moralista, Maometto come profeta religioso. E’ l’ultima volta che si sostiene il tema: “l’Islam religioso è grande, quello polito-morale no”.
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Cloots (ghigliottinato nel 1794). Esito ateo: assurdità di tutte le religioni rivelate.
1798 spedizione di Napoleone: si afferma una precisa visione: universalizzazione dei principi della rivoluzione francese; Islam come ostacolo al progresso, nemico della ragione. Le baionette di Napoleone tentano di imporre il modello occidentale presentandosi come liberatrici. Necessità di trasformare le strutture sociali e politiche. Colonialismo.
Hegel, Marx, Comte
L’oriente è il passato dell’occidente: una fase superata dello sviluppo dello Spirito (Hegel) o della civiltà: infanzia della ragione.
(continua però il fascino per l’esotismo orientale: arte, poesia…)
(sec. XX°)
Una parte dell’ intellighenzia vive un senso di autocolpevolizzazione: le colpe del colonialismo.
La posizione della Chiesa è espressa nel testo “Nostra Aetate”.
a) Aggressività assimilatrice, etnocentrismo troppo forte che distrugge le altrui verità; oppure etnocentrismo troppo debole che dissolve le identità nel relativismo culturale.
b) Peggio: il rischio della rinuncia ai valori universali nati in Occidente.
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