LA FINE DELLA SCIENZA - RELATORE: BRUNO CORDANI

20.09.2004 21:00

 

Un tema provocatorio, alla riapertura (il 20 settembre) del Caffè filosofico, proposto dal prof. Bruno Cordani, docente di Fisica-Matematica e di Meccanica Celeste

FINE DELLA SCIENZA?

La scienza moderna è acriticamente percepita dal grande pubblico come dispensatrice di verità incontestabili e appare addirittura destinata ad erodere sempre più, fino ad annullare in futuro, ogni spazio riservato al trascendente e all’indicibile. È, invece, la scienza stessa del XX secolo a dimostrare, paradossalmente, la propria impossibilità di autofondarsi rigorosamente o di spiegare in modo esaustivo la realtà materiale. Non per questo, tuttavia, la scienza deve essere relegata al ruolo di attività esclusivamente pratica, capace tutt’al più di produrre superflui oggetti tecnologici, ma priva di autentiche capacità conoscitive. Al contrario, uno studio non gravato da quei soffocanti e angusti pregiudizi materialistico-evoluzionistici oggi dominanti nella cosiddetta cultura laica e progressista, la svela potente fonte di simboli metafisici, vere “dita che indicano la Luna”.

E allora, lungi dall’essere semplicemente meccanismi da spiegare, le realtà matematiche, fisiche e biologiche, con la meravigliosa ricchezza delle loro forme e simmetrie, appaiono platonicamente riflesso e manifestazione di un ordine superiore.

È questo il tema provocatorio che verrà presentato alla riapertura del Caffè filosofico. Un tema stimolante che non mancherà di suscitare un dibattito di alto profilo. A introdurlo sarà un docente di Fisica-Matematica e di Meccanica Celeste presso il Dipartimento di Matematica dell’Università di Milano: il prof. ing. Bruno Cordani. L’incontro, che si terrà lunedì 20 settembre alle ore 21 presso il Caffè Gallery di via Mazzini, darà l’avvio, dopo la pausa estiva, al secondo anno di attività del Caffè filosofico, un’associazione nata da “appassionati della ricerca” con l’obiettivo di offrire - all’interno di una “formula” (introduzione ad un tema, momento “artistico”, dibattito) già felicemente collaudata - occasioni di riflessione e di confronto alla portata di tutti. Un’opportunità per tutti coloro che sono disponibili a mettersi in discussione e ad aprire gli orizzonti.

 

 

A causa della corrispondenza esistente tra tutti i livelli di realtà,

verità riguardanti un livello più basso possono essere considerate come simboli

di verità relative a un livello più alto e possono quindi essere il fondamento

o il supporto che conduce per analogia alla conoscenza di quest’ultimo.

Ciò conferisce a ogni scienza un significato superiore,

di gran lunga più profondo dell’originale

— R. Guénon, La crisi del mondo moderno

 

La citazione di Guénon contiene sinteticamente il senso di quanto diremo: la Scienza deve essere intesa non come spiegazione esaustiva del mondo materiale ma, piuttosto, come allusione e suggestione simbolica indicante una realtà superiore essenzialmente spirituale. Visione quindi antitetica a quella dominante, che oscilla comunque fra varie posizioni, ereditate da diverse fasi del processo storico.

Mondo Tradizionale pre–scientifico e pre–storico: umanità orientata verso l’alto e il trascendente, l’esistenza individuale terrena è “un breve viaggio nella notte”, quindi nessun interesse per le leggi e lo studio della materia e della natura, l’insegnamento è insegnamento metafisico, solo per pochi e trasmesso esclusivamente in forma orale. Progressiva degradazione della spiritualità, nasce la parola scritta che congela l’insegnamento, nascono le tre grandi Religioni monoteiste, si afferma una sorta di solidificazione e di irrigidimento delle concezioni umane, la cui fase terminale è la nascita della Scienza moderna con Galileo e Newton.

Schematizzando, seguono tre fasi successive. Nella prima fase, netta separazione fra Scienza e Religione: la prima guarda al mondo materiale, la seconda si occupa di quello spirituale. Scissione pericolosa, cui si oppone la Chiesa Cattolica in modo però strategicamente disastroso: pugno di ferro ma dottrina debole. Il che favorisce e accelera il passaggio, o meglio il degrado, alla seconda fase: il razionalismo e l’illuminismo del 700 negano il trascendente, tutto è in linea di principio spiegabile come gioco di forze e materia, si afferma il materialismo e il meccanicismo. Ulteriore consolidamento nella prima metà dell’800, con estensione al biologico (Darwin) e alla filosofia (Marx). Si avvertono, debolmente, le prime incrinature con Maxwell (teoria dell’elettromagnetismo) ma il Positivismo cerca di esorcizzare il metafisico dichiarando per statuto prive di senso tutte le affermazioni che non si basano su osservazioni concrete. Ma arriva implacabile la terza fase: Gödel in Matematica, Relatività e Meccanica Quantistica in Fisica, l’insostenibilità piena dell’evoluzionismo Darwiniano, il crollo degli esperimenti di ingegneria sociale del comunismo mostrano drammaticamente la assoluta vacuità della concezione razionalista e materialista.

Parallelo in Filosofia. Il Nietzsche di “Dio è morto” si rende lucidamente conto che questa umanità non può reggere all’assenza del Trascendente, che solo un nuovo superuomo potrà farlo. Ma il superuomo non arriva, da qui il collassamento nella disperazione dell’esistenzialismo, fino ad arrivare alle banalità attuali del “pensiero debole”, secrezione terminale di cervelli deboli.

Come reagiscono la Scienza e gli scienziati dell’umanità attuale, giunta ormai alla sua fase crepuscolare?

Sostanzialmente in due maniere. O reiterando di fatto la concezione razionalista e illuminista, dimenticandosi del crollo dei fondamenti e beandosi dei successi tecnologici (indice quest’ultimi, secondo questa mentalità errata, che si è nel giusto e nel vero): è la posizione, sostanzialmente dominante nel mondo moderno, della cultura neomarxista, laica e progressista. Oppure, rifugiandosi in un vago e confuso misticismo pseudo orientale alla new–age, ove le diffcoltà vengono “superate” con frasi del tipo “la realtà è complessa”, “l’universo è una realtà dinamica”, “tutte le cose sono in stretta relazione

fra loro” etcetera.

Il punto fondamentale è che non si può spiegare il superiore con l’inferiore, il trascendente con l’immanente, lo spirituale con il materiale: la relazione logica e ontologica fra i due termini è esattamente rovesciata, e il visibile è simbolo, manifestazione dell’invisibile. E allora, le crisi precedenti della Scienza appaiono sotto una nuova luce, positiva e affermativa, in sintonia con la Tradizione: Gödel indica la necessità di trascendere e uscire dal sistema, la Meccanica Quantistica suggerisce che il mondo materiale è in definitiva un costrutto e un riflesso del mentale, l’evoluzione biologica che il vivente è manifestazione e dispiegamento lungo l’arco temporale di una realtà eterna, atemporale. La Scienza ha quindi un senso non se tenta di suddividere il reale in parti più semplici per poi ricomporre il tutto come in un meccano, ma se riconosce nelle meravigliose simmetrie delle strutture matematiche, dei modelli fisici e degli organismi biologici il riflesso e la manifestazione in senso Platonico di un ordine

superiore.

Per concludere. Se la Scienza non dimostra, come molti superficialmente pensano, che il materialismo è “giusto” (ma ne indica piuttosto l’inconsistenza), non dimostra però a rigore nemmeno il contrario (anche se lo suggerisce). Quindi l’Uomo è in definitiva assolutamente libero nella sua scelta di orientamento esistenziale verso l’alto e il trascendente o verso il basso. Ma proprio questo, che non viviamo quindi nel mondo del determinismo ma nell’universo della libertà, è in definitiva il fatto più significativo, la “prova” della natura essenzialmente non meccanica della manifestazione materiale.

 

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Con l’incontro previsto per il 20 settembre prossimo - “Fine della scienza?” col prof. Bruno Cordani - inizia un nuovo anno di attività del Caffè Filosofico. Non è il caso di fare dei bilanci: un anno è troppo breve e poi si è trattato di un primo anno sperimentale. Limitiamoci a constatare che il progetto ha funzionato: più di cento indirizzi e-mail, nove incontri effettuati, un link sul portale del Comune di Crema con parecchi interventi di approfondimento, uno statuto… una sponsorizzazione da parte della Fondazione Popolare Crema per il Territorio che ci ha consentito di avere qualche relatore qualificato “esterno” e di avere un momento “artistico” per ogni incontro.

Con la collaborazione di tanti, il Caffè Filosofico può sperare di continuare la propria presenza nel panorama culturale della nostra città.

E’ allora il caso di pensare ad un nuovo titolo generale per la attività di questo nuovo anno.

L’argomento dell’incontro di settembre, riprende un argomento - filosofia e scienza - già emerso ripetutamente durante gli incontri scorsi; lo riprende però con un interrogativo forte e provocatorio: se cioè non sia prevedibile la fine della scienza, ovvero del modo di pensare e di vivere che sta da tempo caratterizzando questa nostra civiltà occidentale. Ed è allora, la stessa cultura occidentale che sta vivendo un momento drammatico a fronte di altri atteggiamenti culturali che ci appaiono, oggettivamente o almeno così crediamo, più arretrati rispetto agli stessi modelli occidentali, anche e soprattutto quelli etici.

Così l’interrogativo si allarga e diventa: dobbiamo forse immaginare di andare “Oltre l’Occidente?”

Conoscendo anzitutto anche le filosofie “non occidentali” che ci sono sostanzialmente ignote perché così vogliono i nostri programmi scolastici e così vuole forse anche la nostra supponenza; ma poi, di più, cercando di capire proposte filosofiche che esplicitamente propongono il superamento di un orizzonte che abbiamo sempre creduto totale ma che invece ci appare ogni giorno sempre più parziale: penso a Severino sul piano teoretico, penso a Cacciari sul piano socio-politico, e ad altri pensatori, non necessariamente di stretta formazione filosofica, più o meno radicali su questo tema.

 

Questa è evidentemente una proposta: ne parleremo, se possibile, nel prossimo incontro, ma già da ora siete invitati ad esprimere il vostro parere rispondendo via e-mail.

Dibattito

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