LIBERTÀ, UGUAGLIANZA... ROTTAMABILITÀ - LA DEMOCRAZIA VERSIONE 2.0 - RELATORE: ALBERTO LO PRESTI

14.04.2014 21:00

"Ogni idea di democrazia deve considerare l'uguaglianza e la libertà come due punti di partenza. Sono valori affermati dal mondo moderno e tradotti politicamente e giuridicamente nell'organizzazione democratica della vita civile." Siamo nell'era dell'interdipendenza planetaria che sta trasformando le basi delle nostre democrazie" - afferma Lo Presti. Come agire di conseguenza? Ripensare il concetto di democrazia a partire dai pilastri di libertà ed uguaglianza, fino alle idee di equità, tolleranza e solidarietà con le quali si è tentato di rispondere alle sfide multiculturali. Forse possono aiutare i  recenti studi sulla fraternità...

 

 

 Alberto Lo Presti, direttore del Centro Igino Giordani è docente di Teoria politica all'Istituto Universitario Sophia (Loppiano) e di Storia delle dottrine politiche alla pontificia Università San Tommaso d'Aquino-Angelicum-. E' autore di numerose monografie e pubblicazioni sulla storia del pensiero politico antico, medioevale e moderno, e sulla teoria politica contemporanea. Suoi intereventi recenti sono presenti in "I principi della democrazia: una ricerca nell'era dell' interdipendenza".


Dibattito

Data: 22.04.2014

Autore: Giovanni Zacchetti

Oggetto: Alcune osservazioni

a) Paragone Parlamento e folla….

Premetto che sono il primo a dire a volte tutto il male possibile del nostro Parlamento. Sinceramente non so però se regga il paragone tra il Parlamento, pur talvolta isterico, e la folla in generale, le sette, la massa. Con tutto il rispetto dovuto agli studiosi mi pare un pochino azzardato sostenere che per tutti i raggruppamenti (indipendentemente dalla natura della loro formazione, dagli scopi che si prefiggono, dalle caratteristiche di personalità e di preparazione dei loro componenti) debbano per forza valere identiche “ norme che regolano i meccanismi di gruppo”. Trovo soprattutto singolare, perché non confermate dalla mia personale esperienza, anche le affermazioni che” le intelligenze nel gruppo ,si elidono e non si rafforzano” e ancor più che il singolo “subisce un’alterazione del comportamento.”
Per me un conto è parlare di meccanismi patologici/ criminali. Intendo quelli che possono scattare ad esempio in un gruppo di tifosi dopo che la propria squadra ha perso. Allora magari questi improvvisamente sono capaci di prendere d’assalto un treno senza pagare il biglietto e di rompere tutto ciò che è distruttibile come se non esistesse più la responsabilità individuale. E magari ognuno di loro singolarmente non si sarebbe mai abbandonato a nessuna forma di violenza e avrebbe rispettato le leggi della convivenza civile.
Un conto è invece parlare del normale funzionamento di un gruppo i cui i componenti hanno accettato liberamente di mettere a disposizione le proprie competenze per il raggiungimento di un fine e sono anche consapevoli delle dinamiche positive e negative che regolano il funzionamento del loro lavoro. E qui avere” i migliori” con le caratteristiche indicate da Piero sarebbe il massimo.

b) I Migliori

Da parte mia mi accontenterei che ognuno degli eletti avesse anche solo” l’onestà intellettuale”. Un’onestà intellettuale capace di far riconoscere quali sono i propri punti di forza e quali di debolezza Un’onestà capace di far accettare serenamente di collaborare con gli altri dando a tutti il giusto spazio. Capace soprattutto anche di suggerire che è arrivato io momento di” togliere il disturbo” lasciando il posto a chi è più meritevole.

c) Come scegliere i migliori

Ma il punto delicato è: come fare arrivare questi uomini/donne speciali in Parlamento?
Fin quando avremo liste/ listini bloccate/i, con nomi scelti dai capi dei partiti , c’è solo da sperare in un colpo di fortuna e che le persone una volta elette si liberino di ogni forma di riconoscenza/dipendenza nei confronti dei leader e agiscano veramente senza vincolo di mandato nell’interesse del Paese.
Occorre però riconoscere che, se anche potessimo “veramente” scegliere il deputato, l’elettore dovrebbe far ricorso a tutta la sua maturità per non cadere nella trappola, indicata da Luca, delle “forze di suggestione e sollecitazioni ipnotiche, realizzate attraverso il sistema dei media e dell’arte oratoria”. C’è il rischio infatti di essere portati in buona fede a scambiare lucciole per lanterne.

c) Perché votare

Perché andare a votare?
Perché per il momento il voto è l’unico strumento a disposizione per fare in modo che i cittadini possano tentare di esercitare la loro “sovranità” ed esprimersi pro o contro un programma elettorale. Nonostante tutti i suoi limiti. Limiti che sta a noi superare. Magari cominciando a stare continuamente con il fiato sul collo di coloro che abbiamo eletto rifiutando di rilasciare loro pericolose cambiali in bianco. Non sarebbe male iniziare ad utilizzare le nuove tecnologie a questo scopo. Un bombardamento di email in certi momenti del dibattito parlamentare potrebbe servire allo scopo. Naturalmente purché non sia rivolto a mantenere piccoli /grandi privilegi nascosti accuratamente sotto la maschera dell’alibi del raggiungimento del bene comune.

d) La fraternità come categoria politica

E qui potrebbero venirci utili le indicazioni di Lo Presti per cui gli studi che affrontano la relazione tra democrazia e interdipendenza recuperano il principio di fraternità come categoria politica. Lo studioso ha sottolineato parlando di società multietniche che ” al principio sociologico dell'interdipendenza corrisponde quello etico di comune destino, secondo il quale il bene di ciascuno passa per quello di chiunque altro: non è possibile credere di poter vivere in un'isola felice se tutt'attorno è disseminata sofferenza. Siamo tutti sulla stessa barca…L'esito storico necessario è che ci si deve occupare del bene dell'altro come fosse il proprio”
Non sarebbe questo un bel modo anche di occuparci di Europa? Anche se non sono veramente convinto come sostiene Lo Presti, che” le rivendicazioni di libertà e uguaglianza” abbiano fatto il loro tempo e “ si rivelano incapaci di sostenere le nostre società multietniche” Comunque sono persuaso che la fraternità come categoria politica accolga al suo interno le rivendicazioni di libertà e uguaglianza.

Data: 20.04.2014

Autore: Piero Carelli

Oggetto: Chi deve governare?

Chi deve governare? Una domanda che si poneva, tra gli altri, Platone. La risposta - posta così la domanda - non può che essere una: i migliori.
Già, ma chi sono i migliori? E chi sono i migliori in una democrazia caratterizzata, oggi ancor più di ieri, dall’arte della retorica? Quali le competenze di cui dovrebbero essere dotati i nostri politici?
Rispondere è tutt’altro che agevole.

Di sicuro devono possedere un particolare carisma se, a prescindere dal Porcellum, hanno bisogno di conquistare il “consenso” degli elettori. Almeno un carisma a livello comunicativo.

Devono avere praticato a lungo l’arte della “mediazione” politica, un’arte per nulla semplice. Un iter nelle istituzioni democratiche - a partire dal consiglio comunale - credo sia una opportuna condizione di partenza.

Altre competenze? Avere alle spalle solidi studi di storia. I politici di oggi, figli come sono della cultura dei social network, sembrano tutti prigionieri del presente, dei loro… cinguettii e unicamente preoccupati del proprio orticello elettorale. Occorre certamente essere molto attenti ai grandi cambiamenti in atto, non solo in Italia e non solo in Europa (Lo Presti – lo sai bene – si è a lungo soffermato sull’interdipendenza, un’interdipendenza che ci lega al mondo intero), ma senza la lezione della storia si rischia di ricadere in errori analoghi a quelli commessi nel passato.

Avere, poi, delle robuste basi di economia (anche di storia economica).
E… molta onestà intellettuale.

Hanno queste competenze i nostri parlamentari eletti?
Temo di no. Troppi giovani, pur ricchi di energia e di entusiasmo, hanno bruciato le tappe. Troppi giovani “devoti” alla corte del loro Principe (Renzi e Grillo). Troppi giovani (o veline?) che sull’Europa sanno solo ripetere slogan di partito.

Suggerimenti per le elezioni del 25 maggio? Non ne ho, Carlo. Ciò che sto facendo nel mio piccolo, da sei puntate, è un viaggio in Europa alla ricerca di luci e di ombre. La mia – lo so – è una sfida ardua: opporre all’anti-europeismo urlato la “mitezza della ricerca”.
Io nell’Europa ci credo e sono convinto che le elezioni europee siano decisive per il suo destino. Per il “nostro” destino.

Data: 20.04.2014

Autore: Carlo Solzi

Oggetto: ELEZIONI, ELETTI E DEMOCRAZIA

Lunedì 14 aprile al Caffè filosofico è andato in scena il prof. Alberto Lo Presti con “Libertà, uguaglianza … rottamabilità - La democrazia versione 2.0”. Il prof. Lo Presti è autore tra l’altro del libro “I principi della democrazia – Una ricerca nell’era dell’interdipendenza” (Città Nuova, 2013, euro 12,00). Il tema della democrazia, della sua inadeguatezza è quanto mai attuale e il relatore è stato chiaro: bisogna andare oltre! 
Ho voluto leggere il suo libro e così mi sono complicato la vita un’altra volta! Ma fra le pagine ci sono delle vere e proprie chicche e una, come riflessione non proprio positiva sulle imminenti elezioni europee, voglio condividerla con voi.
Scrive Lo Presti come Gustave Le Bon e Scipio Sighele, che si sono interessati in particolare modo di psicologia delle sette, delle folle e delle massa, siano arrivati alla conclusione che il singolo per il solo fatto di appartenere ad una folla (come ad esempio il Parlamento…Sigh!) subisce un’alterazione del comportamento: << per il solo fatto di appartenere ad una folla l’uomo scende (….)di parecchi gradini la scala della civiltà>>(Le Bon, “Psicologia delle folle”,1895). Da parte sua Scipio Sighele (scuola lombrosiana) studia i reati commessi dal branco, studia il passaggio dalla psicologia criminale alla sociologia delle folle e arriva al termine di questo percorso tortuoso a scrivere nel 1895 un saggio dal titolo “Contro il Parlamentarismo” (guarda che combinazione!)
Scrive Lo Presti nel suo libro: “Il problema va affrontato così: si supponga che tutti i rappresentanti in parlamento siano davvero le persone migliori che una collettività possa esprimere: potrebbe allora il parlamento dare ottimi risultati? Il vero quesito - secondo Sighele - è questo e non altri, perciò non c’è da verificare la moralità dei parlamentari, il gioco dei loro interessi privati, le varie loro nefandezze. Insomma, non è da ascrivere alle individualità presenti nelle aule parlamentari l’eventuale degradazione della vita politica di un Paese, perché l’oggetto di ogni analisi deve risiedere nel raggruppamento parlamentare. 
Rispetto a questo, perciò, dovranno valere le norme che regolano i meccanismi di gruppo. In particolare dobbiamo ricordare soprattutto il fatto che le intelligenze, nel gruppo, si elidono, e non si rafforzano. Inevitabilmente , quindi, anche nei parlamentari avviene lo stesso. Il meccanismo dell’elezione parlamentare dà risultati fuorvianti per sua intrinseca costituzione. Essendo l’elezione del deputato un processo che coinvolge forze di suggestione e sollecitazioni ipnotiche, realizzate attraverso il sistema dei media e dell’arte oratoria, si scopre facilmente che le persone inviate nell’aula parlamentare non sono affatto le migliori, ma spesso si tratta di personaggi ignoti e insignificanti che gli impenetrabili effetti della suggestione collettiva ha portato alla ribalta. 
La stessa psicologia collettiva continua a governare le relazioni fra i deputati dentro il parlamento e la mediocrità – secondo Sighele - è l’unica vera forza che qualifica l’opera complessiva. La Camera dei Deputati, alla fine, << è psicologicamente una femmina e spesso anche una femmina isterica>>, nella quale le persone che si attaccano con ferocia durante una seduta sono pronte a venirsi incontro col sorriso nei corridoi parlamentari, a ironizzare sulle proprie performance o a congratularsi reciprocamente per il dibattito sostenuto. E’ questa, inesorabilmente, la vita parlamentare: <<una farsa nei corridoi, una tragedia nell’aula>>”.
A questo punto, oltre a consigliare a tutti ancora una volta la lettura di questo libro, vorrei che mi aiutaste a trovare almeno un motivo per andare a votare………

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