LIBERTÀ TRA DIRITTO E GIUSTIZIA - RELATORE: BENITO MELCHIONNA
Il concetto di libertà concerne l’essenza della persona umana, intesa nella sua più ampia caratterizzazione filosofica ed esistenziale.
All’uomo è concesso di autodeterminarsi, attraverso il libero arbitrio, nel foro interiore della coscienza e di gestire criticamente la responsabilità connessa alle scelte religiose, etiche e morali.
L’essere umano e però “animale sociale”, per cui è costretto a contenere la sfera della libertà individuale per armonizzarla con quella degli altri.
Nasce quindi la necessità di organizzare la convivenza intorno a regole condivise dalle mutevoli aggregazioni sociali.
A prescindere dall’educazione e dalle convenzioni, le regole del diritto, attraverso il formulario delle leggi (legalità), impongono modelli comportamentali vincolanti. La legalità comporta pertanto una limitazione delle libertà in ragione della difesa sociale, con la conseguenza di determinate sanzioni. I metodi e i criteri di produzione, applicazione ed esecuzione delle leggi sono diretta espressione dei diversi sistemi politici.
La legge, per sua natura, è votata a seguire la giustizia. Ma la “giustizia giusta” è poco più che uno slogan politico, dato che la giustizia perfetta è un’utopia.
La giustizia però impone di guardare l’insieme delle norme alla luce di una scala di valori, partendo dalla “comprensione umana della ragione illuminata dalla pietà” (Piero Calamandrei).
Infatti, la legge priva di giustizia (“fiat lex, pereat mundus”) è un atto di forza, che porta alla delegittimazione e al fallimento dello Stato e quindi della società nel suo insieme.
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