NATURA - UMANITÀ - MACCHINA (culture) - RELATORE: SILVANO ALLASIA

13.01.2025 21:00

Nell’età dell’antropocene (era geologica identificata dall’impatto decisivo delle attività umane sull’ambiente naturale) e dell’intelligenza artificiale (l’ultima, la più potente e inquietante delle macchine) riflettere sui tre nomi/concetti del titolo e sulle loro reciproche relazioni, sembra quanto mai necessario. Le tre realtà richiamate possono essere pensate in una relazione di discontinuità (con la conseguenza che diventa importante presidiare le caratteristiche specifiche degli esseri umani, evitando che cadano in una vita puramente animale o che siano stravolte dalle nuove macchine) oppure di continuità (e allora sarà facile intendere l’umanità come un ente naturale, che ha come specifica caratteristica quella di costruire macchine). La cultura occidentale ha insistito su una separazione originaria, un salto ontologico, tra uomo e natura – anche se ha ripetutamente guardato proprio alla natura come un modello normativo per i comportamenti umani (confondendo e mischiando fatti e valori). Altre culture hanno incluso alberi e animali nel campo dell’interazione sociale, costruendo comunità più vaste, non ristrette soltanto a uomini e donne. Il modello occidentale, riducendo la natura ad alterità totalmente disponibile per l’azione umana, ha garantito una grande efficacia allo sviluppo tecnologico degli ultimi secoli, ma al prezzo di una crisi ecologica che oggi rischia di travolgerci. È quindi indispensabile ripensare la relazione natura – umanità e responsabilizzarsi rispetto agli sviluppi tecnici (le nuove “macchine”) che si profilano all’orizzonte, che non sono privi di risvolti politici, economici e sociali.


Silvano Allasia, tra i fondatori del Caffè Filosofico di Crema, per oltre vent’anni ha insegnato filosofia e storia nei licei della città. Attualmente è redattore della rivista “La società degli individui” (Franco Angeli editore).