Ho letto con molto interesse e curiosità il libro "UN PONTE CONTRO LA PAURA Un viaggio dentro le sfide del nostro tempo". L'ultima fatica dell' illustre professore cremasco, PIERO CARELLI conferma la sintesi di una matura consapevolezza collaudata sul campo della "forza maieutica del dialogo, se sai ascoltare le ragioni degli altri, se sei aperto a più punti di vista". Un viaggio fecondo di sapienza e saggezza seguendo le indicazioni rivisitate di: Socrate, Bacone, Galileo, Hegel e della psicologia della forma. La sfida della complessità, condotta con metodo e rigore carelliano, indica che vi é spazio nella direzione dell'utopia per riprendere il cammino con la bellezza della politica "l'arte più nobile creata dall'uomo, la forma più alta di carità, l'arte che non mira a politiche suicide ma a rimuovere le cause strutturali dei problemi che angosciano il nostro tempo. L'unica arte che ci consente di governare gli eventi invece che lasciarci governare, "di riprenderci tutto, a partire dall'avvenire di cui siamo stati espropriati". L'unica in grado di costruire un ponte che giunga all'altra sponda del Mediterraneo. L'unica che ci può salvare. Non credi?" Il virgolettato é ripreso dalla trattazione dell'autore.
In questo libro risulta valorizzata l'alta funzione socialmente utile della ricerca e della cultura come espressione dinamica della società civile e della sua storia.
L'opera pedagogica e formativa svolta dal prof. Piero Carelli a livello istituzionale nella scuola per ben 42 anni, si estende al territorio locale e nazionale con uno sguardo verso l'Europa e la Comunità internazionale. Con quest'ultimo lavoro, l'autore salda impegno istituzionale, sociale e politico in direzione della cittadinanza attiva con la capacità di cooperare con una molteplicità di soggetti attivamente impegnati sul territorio, Caffé Filosofico, Centro Ricerca Galmozzi, UNI-CREMA, Insula Fulcheria, blog CremAscolta e Amministrazione Comunale senza dimenticare varie pubblicazioni e collaborazioni.
Da segnalare le intense partecipazioni di pubblico alle presentazioni del libro il 12 dicembre 2016, il 18 e 27 gennaio 2017 presso l'UNI-CREMA. In quest'ultima, il prof. Carelli in due lezioni ha illustrato i contenuti della sua ricerca con l'ausilio di slides (diapositive). Da parte dei numerosi partecipanti affluiti nell'aula universitaria si coglieva la tensione all'ascolto e alla riflessione dalle semplificazioni alla complessità. Poi alla fine c'è stato uno spazio in cui sono state formulate molte domande, posti tanti interrogativi ed espressi gratitudine ed apprezzamento per un'esposizione coinvolgente ricca di stimoli. In alcuni interventi vi é stata la richiesta di una ristampa del libro: é la bellezza della cultura, la fame di conoscenza e la voglia di un futuro da costruire insieme come protagonisti. Il viaggio dentro le sfide del nostro tempo prospetta il comprendere come arte difficile e dura disciplina per ponderare le ragioni espresse da più punti di vista.
L'intensa adesione e partecipazione collettiva alle presentazioni di questo libro "UN PONTE CONTRO LA PAURA" indica la voglia di passare dal "non sapere" alla consapevolezza per incontrare la verità di un viaggio, in cui "l'interlocutore incarna tutti noi con le nostre paure, le nostre angosce, la nostra rabbia, il nostro senso di smarrimento".
UN PONTE CONTRO LA PAURA. UN VIAGGIO DENTRO LE SFIDE DEL NOSTRO TEMPO - QUADERNO N° 15 DEL CAFFE' FILOSOFICO - AUTORE: PIERO CARELLI
Uno dei messaggi più potenti tra quelli veicolati dall’ultimo pregevole lavoro di Piero Carelli è di carattere epistemologico. Prima ancora dei fatti e delle argomentazioni, il principale monito dell’autore è quello di prendere atto dell’irriducibile complessità dei problemi, in grado di demolire anche le più radicate convinzioni non appena si abbia l’onestà di riconoscerla. Ma questo riconoscimento poggia sui pilastri che fondano l’essenza stessa della migliore razionalità che sia possibile esercitare: sensibilità etica orientata alla verità ma aliena da fanatismo; un atteggiamento critico, conscio della insuperabile fallibilità della ragione umana dinanzi alla realtà che essa avrebbe il dovere di penetrare e plasmare.
Luca Lunardi
L’Autore non impone la propria fotografia come l’unica veritiera, ma la mette a fuoco passando progressivamente in rassegna ed analizzando con scrupolo ogni passaggio critico, ogni valico del pensiero, che corrisponde alle innumerevoli domande dei compagni di viaggio. “Un viaggio dentro le sfide del nostro tempo”, precisa infatti il sottotitolo. Una domanda porta con sé altre domande, ma conduce anche verso qualche risposta provvisoria, nella coscienza della nostra finitudine e dell’indefinitività di ogni umana soluzione.
Patrizia de Capua
Interventi e letture a cura di Vittorio Dornetti e Andrea Bellani.
Il libro verrà offerto in omaggio ai partecipanti.
Al bar, biscotti filosofici.
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Dibattito
Data: 03.02.2017
Oggetto: Recensione
Data: 16.12.2016
Oggetto: Al Caffè Filosofico il nuovo libro di Piero Carelli
Quello del viaggio è un tema ricorrente nella letteratura; l'esempio più illustre è quello di Dante che scende all' inferno e sale in paradiso passando attraverso il purgatorio. Anche Piero Carelli -senza voler fare paragoni impropri- compie un viaggio con il suo libro "Un ponte verso la paura - un viaggio dentro le sfide del nostro tempo"(ed. Caffe filosofico). Qui il ponte non rappresenta una via di fuga dalla paura, ma al contrario, vuole essere l'impegno a guardarla in faccia, a fissarla con occhi consapevoli e onesti, perché solo così la si può sconfiggere; senza il coraggio di affrontarla la paura diventa angoscia. E la prima cosa che si vede guardando in faccia le paure del nostro tempo è la complessità che le avvolge, il nodo apparentemente inestricabile da cui sono costituite. Piero Carelli si impegna a sciogliere questi nodi, ben sapendo che questo non significa la soluzione: ne è però la condizione necessaria. Il libro vuole essere un viaggio nella complessità dei problemi del nostro tempo, o di alcuni di essi, "fuori dai luoghi comuni, dalle semplificazioni, dagli slogan". Terrorismo islamico e arrivo in Italia dei profughi dal Medio Oriente e dall'Africa, sono i due temi principali su cui l'autore esercita la propria documentata riflessione. Complessità! È certamente un mondo complesso quello che abbiamo davanti: guerre, convenzionali e non, globalizzazione dei mercati, libero scambio di lavoro, finanza, informazioni... . Occorre capire: l' io narrante e il "tu" dell' interlocutore collettivo si scambiano spesso di ruolo e questo permette di aprire un varco di comprensione reciproca. E "capire non è forse la premessa per prendere decisioni politiche all' altezza delle sfide di oggi?" Piero Carelli, per chi lo conosce, è l'uomo delle domande, dei punti interrogativi: ma è proprio a partire dagli interrogativi che si possono ricercare le soluzioni! Esistono però due modi di affrontare la complessità: quello di aggiungere problemi a problemi, difficoltà a difficoltà - la complessità del carciofo con sempre una foglia in più da togliere o da aggiungere...; e c'è la modalità di chi sa individuare, nella complessità, il punto fondamentale, l'essenza, il nodo dei problemi, per cui alla fine dell'indagine, si sa esattamente che cosa gettare e cosa considerare invece importante. Piero Carelli lo sa bene: è importante saper cogliere i nodi fondamentali, essenziali, dei problemi, per intervenire con la politica per eliminarli o se del caso, per valorizzarli dal momento che a volte i problemi possono rivelarsi essere delle opportunità. Intanto occorre essere consapevoli che i fatti, spesso atroci, che addibitiamo al complesso e articolato mondo arabo-islamico, noi in Europa li abbiamo, nel tempo, commessi tutti, e anche di più. Cerchiamo allora di scendere nel sottosuolo: l' Oriente, o meglio il Medio oriente - "un tempo madre di valori e di commerci" - e l' Africa rappresentano, ora, l'infanzia, con tutti i suoi ideali di fresca energia, rispetto alla cultura tutta pratica dell' Occidente. Una cultura la cui centralità e' rappresentata dalla spinta tecnologica alla incessante produzione di beni (con la conseguente difficoltà, in un sistema chiuso, della loro commercializzazione). Non vedo insomma come possano costituire una alternativa irriducibile al processo produttivo-consumistico, ma piuttosto - in prospettiva - un ulteriore impulso. Quei popoli vivono la ribellione parricida (il terrorismo islamico) e insieme l'urgenza di partecipare del benessere del "padre" se non addirittura il desiderio di mettere le mani sulla sua eredità (l'emigrazione incontrollabile dalla fame e dalla guerra). Un nuovo impulso inarrestabile, quindi, alla produzione ed al consumo di beni. Se anzitutto si pensa a questo, si può forse trovare la chiave e quindi la risposta di medio tempo alla crisi che è tutta dentro l'Occidente.